Noi, generazione di un futuro imprecisato
Noi generazione d’un futuro imprecisato
In bocca un acido, stesi sul prato.
Ascolto musica di altri tempi
Con timpani avvezzi a dritte casse per far viaggiare i sensi.
Chi siamo noi, generazione al confine
Con piccole anime da poche rime?
Seduti in cerchio, speaker nel mezzo
Onoriamo antichi simboli senza più senso.
Insieme ci sporgiamo dalla linea del tempo
Ad osservare fin dov’è permesso.
Dalla classica al rock’n roll del secolo scorso
Avanti e indietro senza rimorso
Spazia la vista per ciò che s’è perso,
Un riferimento ad unico senso!
Elettronica anni novanta e primi duemila
Anch’esse sembran lontane:
Al tempo non poteva palparle
La mia piccola mano.
Il futuro, se guardo il passato,
Appare sfuggente
Come linee di fumo
Che persa condensa s’infrangon sul muro.
In esso non trovo la mia persona
Che costruita con suoni d’altri tempi
Perde forma nei ritmi moderni.
La cassa pulsa nelle tempie
Con voce insistente,
Oltre a lei non si sente più niente!
La techno nella sua semplicità
Veste una maschera di primitività.
Sugli antichi templi ornamentali
Ella a pugni stretti pianta pali
E sotto i piedi cede il terreno
Ricordi la tua narice,
quella senza freno?
E sul telefono?
Ancora quei pali
Stavolta in strisce simmetriche
“Speriamo tutte uguali!”
Il passato si spegne sotto
Questo ritmo travolgente
Siamo generazioni d’un futuro
Da cui potrebbe non nascere niente
– Jacopo Lo Grasso